Quel maestro dell’esagerazione di Thomas Bernhard!

Anni ’80, redazione Ubulibri, un giovane traduttore legge su esortazione di Franco Quadri un testo da poco arrivato in Italia e ride fragorosamente. Il testo parla di due anziani fratelli, reduci da un funerale alle prese con il bilancio sulla loro esistenza votata all’arte mentre si avvicina il confronto con la morte. Sembra paradossale? Lo è!
Ma stiamo parlando di Thomas Bernhard, maestro dell’esagerazione, e della pièce L’apparenza inganna, in scena al Teatro Out Off fino al 12 febbraio, in cui l’elemento buffo e caricaturale è centrale e tra i primi a rendersene conto è stato proprio di traduttore che lo ha scoperto e diffuso in Italia: Roberto Menin, oggi professore ordinario di lingua tedesca e traduzione dal tedesco all’Università di Bologna e traduttore di R.M. Rilke, di B. Strauss, di R. W. Fassbinder.
Ieri, dopo la replica de L’Apparenza Inganna, Roberto Menin ha chiacchierato con gli attori Roberto Trifirò (Karl) e Giovanni Battaglia (Robert) e con il pubblico, svelando particolari della vita e della poetica di Thomas Bernhard e alcuni aneddoti legati alla pièce che riportiamo di seguito.
Bernhard scriveva opere pensate per grandi attori, in cui l’azione è ridotta al minimo e la forza drammaturgica è affidata alla bravura dell’interprete. Nel testo sono presenti vere e proprie tirate da manuale di recitazione. Non mancano invettive contro gli attori e l’arte drammatica, scritte per essere recitate dai grandi attori dell’epoca con un meccanismo paradossale e raffinato.”
“In Italia è un autore poco rappresentato, di certo difficile da proporre al grande pubblico. Nelle sue opere c’è quasi sempre un funerale, i personaggi sono per lo più anziani e in questi temi ricorrenti si vede il confronto con la morte che avanza. Eppure sarebbe un errore considerarlo un autore cupo, infatti, ne L’apparenza inganna, in una situazione grave e tragica Karl e Robert si punzecchiano mostrando una grande vitalità e una voglia di stare insieme. C’è in Bernhard una vena caustica e mistificatoria che nasconde un grande attaccamento alla vita.”
“Ne L’apparenza inganna Karl e Robert fanno un bilancio della loro esistenza investita sull’arte. È una sorta di corto circuito: due artisti fanno un bilancio sul teatro di fronte al pubblico del teatro. Il tema fondamentale della pièce diventa il valore che viene attribuito all’arte, a cui i due protagonisti hanno dedicato la vita.”
“Nell’opera sono presenti molte idiosincrasie che accomunano lo scrittore al protagonista Karl: Bernhard come Karl aveva una collezione di oltre 150 paia di scarpe, acquistate a Milano, era un grande lettore del Times e un amante di Voltaire.”
“C’è una struttura di scrittura nella pièce che mescola costantemente elementi volgari e sublimi : “Con gli stessi occhiali con cui leggo Voltaire guardo le unghia dei piedi”, “Cucinava bene, cuciva male” dice Karl. È un linguaggio drammaturgico originale e raffinato.”
“La musicalità nel linguaggio drammaturgico di Bernhard è centrale: lui stesso voleva diventare musicista e dovette smettere per motivi di salute: La regia di Trifirò rende omaggio a questo aspetto. Intensa è la scena in cui i due fratelli ascoltano “Poveri fiori” da Adriana Lecouvreur .”
“ Anche se in questa pièce non emerge,essendo un lavoro intimista, Bernhard è stato molto impegnato politicamente: aveva affidato ad una delle sue ultime opere Piazza degli eroi la sua tesi sulla vitalità, complice lo stato, del nazismo e dell’antisemitismo ben oltre mezzo secolo dal dopoguerra.”

Lascia un commento