Cinque motivi per vedere L’apparenza inganna

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Uno dei testi più discussi del ‘900 “L’apparenza inganna” è in scena fino al 12 febbraio al Teatro Out Off di Milano con la regia di Roberto Trifirò anche in scena insieme a Giovanni Battaglia. La storia di Karl e Robert, i due anziani fratelli, ex giocoliere uno ed ex attore l’altro che si incontrano ogni martedì e giovedì tentando con perfida amorevolezza di far dialogare le loro solitudini diventa nelle mani di Trifirò una pièce imperdibile. I motivi? Sarebbero tanti, ne abbiamo scelti cinque principali per cui L’apparenza inganna è uno spettacolo da non perdere.


1) La #scenografia di Veronica Lattuada e Giacomo Viganò. Vedere L’apparenza inganna significa entrare in case d’altri tempi, in cui tra foto ricordo del passato artistico, vecchie radio, vecchi giradischi, libri accatastati, pappagallini domestici, letti d’epoca, lavabi e armadi emergono indizi dei discorsi, delle manie, delle loro storture fantastiche dei protagonisti che spesso parlano di libri e filosofia, ma anche di viaggi e di luoghi. Così gli oggetti che li circondano sono impregnati di queste immagini, come se riflettessero le loro ossessioni. Tutto valorizzato dall’utilizzo delle luci (Alessandro Tinelli).

2) I #costumi di Veronica Lattuada. L’abito fa il monaco ma… l’apparenza inganna! Non è un gioco di parole ma non si può fare a meno di pensarlo guardando alla grande eleganza di Karl, avvolto in un elegante completo blu, amante del lusso, dell’accuratezza, degli accessori e Robert in abiti semplici dall’aspetto dimesso. Eppure siete sicuri di sapere chi è il più vanitoso dei due?
3) La #musica. Bernhard era un musicologo. Karl parla spesso di musica e Robert suona anche il pianoforte. C’è un uso drammaturgico della musica che entra nel delirio paradossale dei personaggi, nel loro essere più intimo e nascosto, ma è anche un uso scenografico, che crea riferimenti immaginari, come una sorta di ambiente sonoro che spazia da Yves Montand a György Ligeti, Adriana Lecuvrier di Francesco Cilea, Mozart e Lou Reed.

4) Godot è andato via. In questa pièce di Bernhard sono evidenti gli echi del teatro di Beckett. L’attesa, la ripetizione meccanica di gesti e movimenti, una visione disincanta del mondo nutrono la drammaturgia di Bernhard tanto quanto gli echi dell’autore di Aspettando Godot.
5) “Tutto è caricatura” amava dire Bernhard e in questa pièce non si smentisce. Se pensate di commuovervi ascoltando i dolci ricordi di due anziani fratelli, vi sbagliate. Karl e Robert vi sorprenderanno con la loro fraterna ferocia, i loro incontri sono tutt’altro che tranquilli e placidi colloqui…ma, in fondo, l’apparenza inganna!
Teatro Out Off – 30 novembre 1976 / 30 novembre 2016 – 40 anni
17 gennaio > 12 febbraio 2017 (Prima nazionale)
Teatro Out Off
L’APPARENZA INGANNA
di Thomas Bernhard
regia Roberto Trifirò
con Roberto Trifirò (Karl), Giovanni Battaglia (Robert)
scene e costumi Veronica Lattuada
luci Alessandro Tinelli
assistente alla regia Fiammetta Perugi
aiuto scenografo Giacomo Viganò
foto di Scena Agneza Dorkin

spettacolo inserito nell’abbonamento di INVITO A TEATRO

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