Cinque motivi per vedere Monologhi dell’atomica

In scena al Teatro Out Off fino a domenica 19 giugno, Monologhi dell’atomica di e con Elena Arvigo è un esempio di come il teatro civile possa penetrare nelle coscienze scuotendo l’animo umano verso una riflessione che oltrepassa il limite politico ed ideologico per porre al centro del discorso l’essere umano. I motivi per vedere Monologhi dell’atomica sono tanti, di seguito proponiamo le cinque ragioni per cui vederlo è un’esperienza umana da fare.
1- Ascoltare testimonianze sugli effetti devastanti del’atomica dalla prosa di Preghiera per Cernobyl e Nagasaki, racconti dell’atomica, che coniugano l’impegno civile ad un grande valore letterario. In Preghiera per Cernobyl, Svetlana Aleksievic raccoglie centinaia di interviste approfondite su un tema e le trasforma in racconto avvincente. Ne emerge un ritratto di “Cernobyl’” composto di persone dalle professioni, destini, generazioni e temperamenti diversi, a cui il disastro nucleare del 1986 ha avvelenato ogni cosa. Nagasaki racconti dell’atomica è, invece, una testimonianza di prima mano di Kyoko Hayashi, sopravvissuta alla scoppio dell’atomica nel 1945, che in quattro storie svolge il racconto attraverso i personaggi femminili, di quello che accadde a Nagasaki, ma anche di cosa significa vivere da sopravvissuti al disastro. Al centro dei racconti non c’è la “grande storia” ma la messa a nudo dell’animo umano di fronte all’indicibile.
2- Il 1986 e il 1945 sono capitoli di storia contemporanea, fondamentali per comprendere il nostro problematico presente. Svetlana Aleksievic, premio nobel per la letteratura nel 2015, in seguito alla terribile scossa di terremoto che ha devastato nel 2011 il Giappone causando un disastro nucleare nella centrale di Fukushima, è tornata a riflettere sul suo Preghiera per Cernobyl scrivendo una nuova introduzione. Kyoko Hayashi parla dell’urgenza di una presa di coscienza, affinché nessun evento di politica internazionale renda possibile che nel cielo infurino bombe.
3- Elena Arvigo si offre totalmente alla pièce in una interpretazione intensa e piena di pathos. Nei panni ora di una giovane sposa bielorussa a cui il disastro di Cernobyl ha portato via il marito pompiere e la figlia nascitura, ora di chi era bambino nel 1986 e ricorda l’incapacità di decifrare la rabbia e la disperazione degli adulti, da voce alle sfumature dell’amore, della sofferenza e dell’indignazione di chi è sopravvissuto al dolore.
4- Le scene di Paolo Calafiore conducono ad un viaggio nei luoghi sbrindellati dell’anima. Tra le macerie di esistenze spezzate per sempre dal disastro del nucleare, attraverso i calcinacci di vite, nei chiaroscuri del dolore, della rabbia e della necessità di lasciare una testimonianza perché la storia tracci un nuovo percorso per l’umanità.
5-Le musiche introspettive,malinconiche, penetranti accompagnano lo spettatore dentro la vita delle protagoniste dei monologhi e sfociano in un inno alla speranza, all’amore, alla pace.

7 > 19 giugno (Prima nazionale)
mar./ven. h. 20:45; sab. h. 19:30; dom. h. 16:00
Teatro Out Off in collaborazione con Santa Rita Teatro Arts Centre
MONOLOGHI DELL’ATOMICA
da Preghiera per Cernobyl di Svetlana Aleksievich e Racconti dell’atomica di Kyoko Hayashi
di e con Elena Arvigo
scene e luci Paolo Calafiore
regista collaboratrice Virginia Franchi
assistente alla regia Valeria Spada
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