Sketches&shortplays

1m Sketches e Short plays di H. Pinter regia M. Schmidt - nellam foto Marcon Sgrosso e Elisabetta Vergani - Foto Pansera

Marco Sgrosso ed Elisabetta Vergani

La vita è bellissima, il mondo è un inferno”. (Harold Pinter).

Guai in Fabbrica, Intervista, Il candidato, Offerta Speciale, Notte, Problema, Victoria Station, Il nuovo ordine del mondo, Girls, Scusatemi, Voci nel Tunnel, Conferenza Stampa. Sono i titoli dei dodici microdrammi che compongono Sketches e Short plays di Harold Pinter  riuniti dal regista Maurizio Schmidt sulle note di cover suonate dal quartetto rock Tano e l’Ora d’aria.  È un materiale poco frequentato ma molto prezioso,  una comicità leggera, sorprendente, intelligente attraversa le parole del premio Nobel inglese dagli esordi negli anni ’50 ai drammi più recenti del 2006.

A misurarsi con la drammaturgia di Pinter in Sketches e Short plays che debutta questa sera all’Out Off ci saranno Marco Sgrosso ed Elisabetta Vergani della compagnia Le belle bandiere, insieme ad una giovane e poliedrica rock band Tano e l’Ora d’aria, presente in scena non solo come accompagnamento musicale ma come interprete delle pièce. In scena musica di diverse epoche: dai Beatles ai Nirvana, seguendo una perfetta corrispondenza cronologica tra lo sketches rappresentato e il brano di sottofondo. D’altronde  il rock è il suono in cui nuotano le parole di Pinter.

Marco Sgrosso, Elisabetta Vergani, Tano Mongelli e Carlo Giammusso interpretano voci dell’universo drammaturgico pinteriano, voci che hanno in sé il germe del personaggio. Prove d’autore che riflettono il clima del teatro pinteriano: un campionario delle paure dell’uomo contemporaneo. Ma costituisce anche uno spazio poetico e libero per giocare con le parole e le percezioni e trovare sintesi sorprendenti.

E’ anche un’ occasione per partecipare ad una serata di cabaret pinteriano, sotto la spinta di un quartetto musicale. Ed è anche l’occasione per vedere alla prova un gruppo poliedrico di attori e musicisti che restituiscono a Pinter tutti i colori e la profonda leggerezza che spesso nella pratica scenica il suo teatro ha perduto.

 

 

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